Cenni storici
ll comune, attualmente, è composto da Ricadi capoluogo e da alcune frazioni; Lampazzone, Barbalaconi , Orsigliadi, Brivadi, S. Nicolò, Ciaramiti e infine Santa Domenica.
La nascita di questi villaggi o frazioni, come oggi si chiamano, si perde nella notte dei tempi. Il Comune di Ricadi è abitato da epoche assai lontane e porta, ancora visibili, le tracce delle antiche genti. Una necropoli preistorica è stata scoperta a S. Domenica con le tipiche tombe a cupola scavate nell’arenaria, insieme a reperti di grandissimo interesse storico e archeologico resti di necropoli paleocristiane sono visibili a Ricadi, Brivadi, S. Nicolò e Santa Domenica. Molti reperti originari della zona di Ricadi dalla preistorica all’età greco-romana paleocristiana sono ora conservati nei Musei di Reggio Calabria e di Nicotera, ma purtroppo molti di più sono stati distrutti dalla furia devastatrice del cemento armato e della insipienza e ignoranza di coloro che erroneamente credono di costruire il progresso distruggendo le testimonianze del passato o i rapporti delle popolazioni con la loro storia.
Da insediamenti di età greca rimangono cocci disseminati in quantità notevoli tra Santa Maria di Ricadi e Torre Ruffa , mentre tracce di edifici di età romana si rinvengono i quasi tutto il territorio.
A Ricadi nacque Giuseppe Antonio Ruffa (1754-1816) studioso di filosofia, ma anche appassionato di ricerche matematiche e naturalistiche. Fu maestro di Pasquale Galluppi (1770-1846) noto filosofo di Tropea.
Ricadese fu anche il pittore Agostino Petracca (1829-1883), di cui si conservano nel capoluogo un S. Antonio , una Resurrezione e una riproduzione della Madonna di Romania. A Caria, frazione di Drapia, c’è una Trasfigurazione, mentre dipinti si trovano nella cattedrale di Mileto. Le componenti culturali più incisive vennero tuttavia del Cristianesimo, che ha dato anche i patroni al comune: sono S. Zaccaria e San Nicola, che vengono festeggiati rispettivamente il 5 novembre e il 6 dicembre.
Ciò non toglie che in passato un periodo di grande benessere sembra si possa considerare quello della dominazione araba, iniziato verso la fine dell’ottavo secolo dopo Cristo: in quell’epoca fiorirono i commerci e prese sviluppo la coltivazione dell’ulivo. I musulmani e Cristiani si scatenò una lotta senza quartiere, le cui conseguenze si ebbero anche nelle azioni piratesche e nelle scorrerie, in cui si specializzarono i Sareceni che abitavano i paesi rivieraschi dell’Africa mediterranea.
I loro saccheggi venero a cessare solo in tempi moderni quando le flotte degli Stati europei fecero fronte comune contro la pirateria. All’agricoltura e ai beni da essa derivati si riconduce anche la storia e non solo la vita economica di Ricadi, per più secoli legata alle sorti dei ventiquattro casali che costituivano il contado della città Tropea . Questa esercitava sui casali diritti di origine feudale confermati dagli Aragonesi e poi dal Regno Borbonico, riscuoteva tributi in natura o in danaro, aveva con gli abitanti dei casali i rapporti tirbutari che stabilivano gli esattori. La città di Tropea aveva un parlamento composto dai rappresentanti dei nobili e degli onorati, cioè dei borghesi agiati: i primi si riunivano nel sedile denominato Erculeo e i secondi nel sedile Africano. I sedili, o consessi, amministravano la città e il suo contado per mezzo dei loro sindaci mentre il governatore regio amministrava la giustizia.